Oggi è l’ottantesimo anniversario della morte di Luigi Pirandello. Di recente ho cominciato a leggere le sue commedie e, considerata la mia recente passione per il teatro, oggi voglio ricordare questo grande autore siciliano.
Questo 2016 un po’ altalenante sta terminando e la mia antica passione per il teatro è riemersa come per magia, come scrivevo nel mio ultimo post. Sarà stato il destino o qualunque cosa simile con un nome diverso, ma qualche giorno fa ho letto che Pirandello è morto il 10 dicembre e ho deciso non solo di cominciare a leggere qualcosa di suo, ma di commemorarlo con questo post.
Non mi soffermerò sulla sua biografia. Per quella c’è Wikipedia. Preferisco ricordare questo grande siciliano famoso in tutto il mondo come il drammaturgo raffinato e lo scrittore esperto quale egli è davvero stato.
Tutti noi ci ricordiamo di lui solo perché a scuola ci obbligavano a leggere le sue opere nel patetico tentativo di innestarci i loro profondi significati nella testa come un falegname martella un chiodo su un’asse. Pochi, però, hanno deciso di rileggere questo autore nella maturità, in maniera totalmente spontanea, con gli occhi di un lettore libero. Io sono tra questi.
Dove mi porterà il viaggio tracciato nelle opere di questo autore ancora non lo so. Soprattutto, non so dove mi porterà la scrittura l’anno prossimo. Ma una cosa che ho imparato è che, nel viaggio, la destinazione è la cosa meno importante. E’ il cammino la cosa più bella del viaggiare, il percorso che si compie, le cose che si imparano durante il tragitto. E la lettura, così come la scrittura, non è che un viaggio senza destinazione.
Un ricordo, quindi, al mio conterraneo che ha saputo rendere immortali le più intime passioni ed emozioni della mia terra.
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