In questi giorni sto seguendo vari progetti tutti diversi. Dopo aver firmato il contratto con la Dunwich Edizioni, mi sto occupando dell’editing di un racconto che verrà pubblicato da loro. Nel frattempo ho finito un racconto con Baltak, che ho inviato a Nativi Digitali Edizioni. Infine, ho cominciato la revisione di un mio vecchio romanzo di fantascienza.
Proprio la revisione di quest’ultimo mi sta dando di che riflettere. Si tratta di una storia vecchia, tenuta nel cassetto per anni nella speranza di riprenderla in mano e renderla migliore. Complessivamente è un godibile romanzo di fantascienza, ma ha dei difetti nella trama e nella forma che vale la pena correggere.
Più vado avanti con questa revisione, più mi rendo conto che mi sto scontrando con un passato che non ne vuole sapere di cambiare. Provo a correggere certi sbagli, ma mi rendo solo conto che c’è qualcos’altro dietro questa storia, qualcosa di sottile che faceva parte dello scrittore che ero e che non sono più poiché, fortunatamente, sono diventato più bravo. Sono proprio queste cose a suggerirmi che, forse, non vale la pena di impegnarsi troppo a revisionare questo romanzo. Posso migliorarlo quanto mi pare, ma ormai è scolpito nella mia mente in un certo modo e sarebbe molto difficile cambiarlo.
Chissà se capita anche ad altri scrittori di riprendere dopo anni un romanzo dal cassetto per revisionarlo e migliorarlo. Oppure molti autori hanno testi inediti che non verranno mai pubblicati? Io ho scritto diversi racconti che rimarranno per sempre nell’oblio, perché sono storie talmente vecchie che non vale la pena di riprenderle in mano. Forse questo romanzo farà la stessa fine. Sarà stato un tentativo giovanile destinato a rimanere tale, senza un futuro. Anche perché, sinceramente, non ho molta voglia di essere conosciuto per questo romanzo. Meglio scrivere cose nuove, fresche, così la gente vede un reale e progressivo miglioramento in me, piuttosto che riesumare dalla tomba cose scritte anni fa con uno stile diverso.
Per questo penso che mi occuperò di riprendere in mano la stesura di Energia bianca, il romanzo di fantascienza che ho interrotto l’anno scorso e che vorrei far partecipare, l’anno prossimo, al premio Urania o al premio Odissea. In merito all’Urania ho letto delle cose spiacevoli avvenute nel 2012. In merito all’Odissea non posso che parlarne bene.
Tutto dipenderà da quando finirò. Intanto scrivo, poi si vede.
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